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Gli effetti psicologici del corona virus sui bambini dai 4 a 10 anni

Gli effetti psicologici del corona virus sui bambini dai 4 a 10 anni

Chi si occupa di benessere psicologico e di età evolutiva come me, si sta interrogando sull’impatto psicologico che il coronavirus avrà sui bambini, in un’ottica di prevenzione.

Tra l’alto non risultano al momento studi sugli effetti psico­logici della quarantena da coronavirus sui bambini effettuati in Cina.

Il riscontro di molti genitori è che i bambini sembrano adattarsi alla situazione, quasi meglio degli adulti

Ma è davvero così?

A tal proposito ho trovato molto interessante l’indagine esplorativa svolta da IFOS, Centro di Formazione Sardo, su un campione di 6510 genitori che si sono gentilmente prestati a compilare un questionario.

Obiettivi dello studio

La ri­cerca ha avuto il fine di esplorare le risposte emotivo/comportamen­tali di bambini dai 4 ai 10 anni di età alla situazione (potenzialmente traumatica) della pandemia Covid-19, sulla base della valutazione dei genitori, con l’obiettivo specifico di creare un report descrittivo di tipo qualitativo.

Metodologia

Per lo svolgimento dell’indagine è stato costruito un questionario, arti­colato in tre aree, quattro domande per area, per un totale di dodici do­mande. Le aree che compongono lo strumento sono state individuate sulla base della letteratura precedente relativa alle risposte dei bambini allo stress e a situazioni potenzialmente traumatiche. (Dehon e Schee­ringa, 2006; Cohen, Kelleher e Mannarino, 2008).

AREA A – REGRESSIONE

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ha chiesto di dormire nel letto dei genitori?

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ha ripreso a fare la pipì a letto durante la notte?

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ha manifestato un peggioramento generale del modo di parlare?

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ha manifestato paure che prima non aveva?

AREA B – PROTESTA

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ha manifestato maggiore irritabilità (intolleran­za alle regole, capricci, richieste eccessive)?

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ha manifestato continui cambiamenti d’umore che prima non avevi mai rilevato?

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ha avuto problemi del sonno che prima non avevi mai osservato (difficoltà di addormentamento, agitazione durante il son­no, frequenti risvegli)?

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ha manifestato nervosismo nei confronti della pandemia (quando in casa o in TV si parla del coronavirus; oppure per via delle restrizioni)?

AREA C – ADATTAMENTO

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ti è sembrato più calmo e tranquillo?

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ti è sembrato più saggio e riflessivo?

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ti è sembrato in grado di adattarsi alle restri­zioni determinate dalla pandemia?

Nell’ultima settimana tuo figlio/a ti è sembrato maggiormente svogliato rispetto alle attività che svolgeva prima della pandemia (giocare, studiare, ordinare i giochi, etc)?

Analisi dei risultati

Dall’analisi dei dati è allora emerso con chiarezza che durante il primo mese di quarantena (le scuole sono infatti chiuse dal 05 marzo e dal giorno 08 marzo è stata progressivamente limitata la possibilità di usci­re da casa), la pandemia ha avuto un importante effetto sulla psiche dei bambini.

Un bambino su quattro (26,48%) ha manifestato il sintomo regressivo della richiesta di vicinanza fisica ai genitori durante la notte e quasi uno su cinque (18,17%) paure che prima non aveva mai avuto.

Metà dei bambini (53,53%) ha manifestato maggiore irritabilità, intolleranza alle regole, capricci e richieste eccessive, e uno su cinque cambiamenti di umore (21,17%) e problemi del sonno tra cui difficoltà di addormenta­mento, agitazione e frequenti risvegli (19,99%). Uno su tre (34,26%) nervosismo nei confronti della pandemia quando in casa o in TV si parla del coronavirus oppure per via delle restrizioni.

Quasi uno su tre (31,38%) è sembrato più calmo e tranquillo e uno su due (49,57%) più saggio e riflessivo. Quasi tutti (92.57%) sono sembrati in grado di adattarsi alle restrizioni determinate dalla pande­mia anche se uno su due (43,26%) è apparso maggiormente svogliato rispetto alle attività che svolgeva prima della pandemia tra cui giocare, studiare, ordinare i giochi.

Particolare attenzione deve essere allora prestata al comportamento di adattamento che potrebbe nascondere la presenza di vissuti de­pressivi o comunque di un importante malessere psicologico (Amma­niti e Cerniglia, 201932).

Possiamo allora ipotizzare che i comportamenti di adattamento siano la spia di un disagio psicologico.

Infatti un bambino su due (51,27%) che si è adattato alla pandemia ha anche manifestato maggiore irritabilità, intolleranza alle regole, capricci e richieste eccessive. Uno su tre (32,09%) che si è adattato alla pan­demia e che presenta maggiore irritabilità manifesta anche sintomi re­gressivi, come la richiesta di dormire nel letto dei genitori. Uno su due che si è adattato e che presenta maggiore irritabilità, manifesta anche svogliatezza rispetto alle attività che svolgeva prima della pandemia.

Pertanto un bambino su 5 (19,98%), tra i “super adattati” manifesta sintomi di malessere psicologico

Sfortunata­mente, l’impatto della pandemia non è stato ancora studiato o probabilmente non è stato possibile rintracciare ricerche scientifiche sugli effetti psico­logici della quarantena da coronavirus sui bambini dell’intera nazione o quantomeno di una provincia o regione specifica della Cina.

In sintesi

I dati, per quanto preliminari, evidenziano che i genitori stanno notando molti segni di una risposta allo stress nei propri figli e questi segni sono per la maggior parte negativi. I bambini sembrano soffrire la situazione e rispondere ad essa mettendo in atto regressioni rispetto a traguardi di sviluppo che pure avevano ottenuto, comportamenti di protesta e momenti di iperattivazione emotiva con difficoltà a calmarsi.

Secondo il resoconto dei genitori, tuttavia, alcuni bambini sembrano affrontare questa situazione con riflessività e relativa tranquillità. Per questo dato, ancora più che per gli altri, dobbiamo essere prudenti. È senz’altro possibile che alcuni bambini, probabilmente favoriti da un ambiente familiare coeso e aperto alle emozioni del figlio, e/o da un temperamento del bambino stesso particolarmente pronto all’adatta­mento, possano mostrare risposte persino positive alla difficile situazio­ne.

Tuttavia, l’esperienza clinica e la letteratura scientifica precedente  ci avvertono di una seconda possibilità, ovvero del fatto che questa risposta “adattiva” dei bambini possa celare un sottostante disagio psicologico che viene difensivamente “trasformato” al fine di non per­cepire la sofferenza emotiva ad esso legata.

Naturalmente occorre anche riflettere sulle risposte che i genitori met­tono in atto in questa situazione, che possono essere connesse a mol­teplici fattori come ad esempio l’eventuale rischio psicopatologico, le difficoltà economiche, lo scarso supporto sociale e familiare.

E’ il caso di preoccuparsi?

Se è allora inevitabile che un bambino reagisca alla quarantena pale­sando sintomi di sofferenza che con il passare dei giorni diventeranno sempre più rilevanti, non è ugualmente inevitabile e quindi sicuro che sviluppi disturbi psichici che influenzeranno negativamente la sua esi­stenza. Ricordiamoci infatti che il trauma non determina psicopatologie ma attiva i meccanismi di difesa.

Generalmente i bambini, se supportati da genitori sufficientemente tranquilli che non espellono la propria an­sia perché sono in grado di contenerla, possono “auto-ripararsi” (resi­lience) e fronteggiare le avversità.

Ritengo però importante non sottovalutare il fatto che il bambino sembri che sia ben adattatto alla situazione, perchè spesso è una reazione difensiva messa in atto anche per contrastare le difficoltà di noi adulti. In questo caso ti consiglio di leggere la seconda parte del report che contienee dei consigli proprio per evitare di cadere in questa eventualità.

Puoi scaricare il report completo con i consigli per affrontare al meglio la situazione QUI

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